
Medico prescrive farmaci solo in
cambio del sesso Tribunale: dottore voleva assoggettare prostituta con
rifornimento di medicinali
Il Tribunale di
prima istanza di Stoccarda ha condannato un medico generico a 16 mesi con la
condizionale. L’uomo avrebbe abusato sessualmente di una prostituta, sfruttando
il rapporto tra medico e paziente per avere sesso gratis.
di Bernd Heiden
La prima volta che
la prostituta, allora 24.enne, si presentò nello studio del medico fu nel
gennaio 2004. Il dottore italiano le prescrisse dei farmaci leggeri contro la
depressione. Nel giro di diversi mesi si recò più volte nell’ambulatorio, dove
le vennero prescritti dei sedativi. Gli intervalli tra una visita e l’altra si
accorciarono poi sensibilmente. Invece di far passare 3 o 6 mesi prima di
richiedere altri tranquillanti, il 13 dicembre apparve di nuovo dopo soltanto un
mese. Il medico, non messo al corrente dalla ragazza della sua dipendenza dai
farmaci, riconobbe ora con “Tranxillium”, contenente benzodiazepine, il pericolo
di assuefazione. Ciò nonostante, le
prescrisse su ricetta una grande confezione di Benzodiazepine, promettendole di
procurarle altri farmaci privatamente. Per il giorno, dove lei avrebbe dovuto
venire alle ore 13,15 – fuori dall’orario di apertura regolare. La donna apparve
puntualmente, medico e paziente erano soli. Nella stanza visite vennero
consegnate due grandi confezioni di benzodiazepina. La donna pagò 50 euro. Alla
fine, nell’ambulatorio si arrivò al sesso orale. Poco dopo
l’accaduto, la donna si recò alla Polizia e denunciò il medico, in quanto
sarebbe stata costretta al sesso – con l’argomento da lui addotto, che
consegnandole i farmaci a basso prezzo, avrebbe avuto diritto ad un favore. Il medico confessa
davanti al Tribunale di avere avuto sesso orale, ma di non avere usato violenza.
Anzi, sarebbe stata la donna a prendere l’iniziativa. Per il procuratore
della Repubblica, solo un abuso sessuale poteva essere il motivo della denuncia.
Il difensore invece riteneva non calcolabile il movente della donna, in quanto
sarebbe stata maniaca depressiva. Alla fine però, il medico è stato condannato. Ciò che ha stupito
il Tribunale è stato il fatto che il medico abbia procurato alla donna
Benzodiazepine in stragrande quantità e contrariamente al proprio dovere
professionale, benché abbia notato che con la donna c’era qualcosa che non
andava, dichiarava il giudice presidente Peterke, concludendo che ha voluto in
questo modo assoggettare sessualmente la donna. Anche l’argomentazione che la
prostituta avrebbe sedotto il medico non è ricostruibile. Una denuncia ha senso,
solo se veramente vi è stato un abuso. Persone maniache depressive non sono
degli alienati mentali. La difesa vuole
impugnare il giudizio. Il medico deve contare ora sulla perdita
dell’abilitazione alla professione; la sua candidatura prevista per il
Parlamento italiano dovrebbe pure ritenersi ormai finita. Tutte queste
azioni giuridiche, però, alla Polacca non servono più. Si è tolta la vita il
mese scorso. |