Medico condannato per abuso di una paziente

54.enne perde probabilmente la sua abilitazione – Preteso sesso come favore da prostituta farmacodipendente 

Un medico 54.enne teme di perdere professione e carriera politica: avrebbe procurato delle medicine ad una paziente tossicodipendente da farmaci pretendendo, in cambio, il sesso. Il Tribunale di prima istanza lo ha condannato ad un anno e quattro mesi di reclusione con la condizionale. 

di Susanne Janssen 

Il medico generico 54.enne, che ha un ambulatorio nel centro di Stoccarda, ha grandi ambizioni in campo politico: l’Italiano vuole candidarsi alle elezioni parlamentari del 2006; già ora svolge attività politica per i suoi connazionali. Ma le accuse che il  Procuratore di Stato ha formulato ieri davanti al Tribunale di prima istanza, e che il Tribunale ha essenzialmente seguito, sono molto pesanti: il medico avrebbe abusato sessualmente di una paziente.

La 26.enne, che lavorava da anni come prostituta nella città vecchia, era in cura dal medico dall’inizio del 2004 e lamentava depressioni, stati d’ansia, un’infiammazione alla gola. Il 54.enne le prescriveva psicofarmaci, che lei doveva prendere in caso di bisogno – Dato che lei ritornava una volta dopo sei, una volta dopo tre mesi, al medico sembrava che prendesse effettivamente le medicine solo occasionalmente.

Dopo una visita a novembre, ritornò però di nuovo il 13 dicembre dello scorso anno; voleva pillole, preferibilmente anche di scorta, perché voleva andare per qualche settimana a casa, in Polonia. Il dottore le diede appuntamento per il giorno dopo, per consegnarle le medicine e anche farle presente il pericolo di assuefazione. La 26.enne era da anni farmacodipendente in forma grave, cosa che non aveva riferito al medico.

Fino a questo punto, le due versioni dei fatti sono simili. La donna, che secondo una perizia medica del suo Paese nativo, soffriva anche di disturbo maniaco-depressivo, non ha più potuto essere interrogata ieri davanti al tribunale: si è tolta la vita all’inizio di maggio. 

L’accusa del Procuratore di Stato si appoggiava sui suoi due interrogatori alla stazione di polizia. Il procuratore presuppone che il medico della 26.enne le abbia dato, per il giorno dopo, di proposito l’appuntamento nell’intervallo di mezzogiorno, allo scopo di rimanere solo con lei.

Dopo averle consegnato i medicinali, le ha visitato il fegato e nel contempo toccato anche i seni. Dopodiché le ha fatto capire, che lui aveva diritto ad avere il sesso con lei in quanto le aveva procurato i farmaci a buon mercato. La donna infine non ha più opposto resistenza ed ha acconsentito ad un rapporto sessuale orale - un reato di abuso sessuale durante una cura e/o prestazione medica. Il medico fu arrestato il 15 dicembre e rilasciato a piede libero due giorni dopo.

Il medico negava di aver spinto la donna a fare il sesso. “Le ho procurato le pillole e le ho spiegato il pericolo di assuefazione”, ha detto. L’avrebbe consigliata urgentemente di cercare uno psicologo che parlasse la sua lingua. Ma poi la donna, che il giorno prima gli aveva già regalato dei cioccolatini, sarebbe andata verso di lui e avrebbe accarezzato il suo pene. “Signor dottore, Lei sa qual’è la mia professione”, gli avrebbe detto. E allora lui, di fronte alla paziente eccezionalmente bella, sarebbe diventato debole: “Questo è stato il mio errore”. A parte questa mancanza etica, lui non ha niente da rimproverarsi, dice. “Ho cercato con tutta la mia buona volontà di aiutare la paziente”.

Il giudice non la pensava così: “Una prostituta non lo fa senza tornaconto”. Perciò dava credito alle dichiarazioni della donna, che soffriva forse di sbalzi di umore, ma che ha agito di per se in modo logico – perché altrimenti avrebbe dovuto andare dalla Polizia?”

“Lei ha commesso il peccato mortale di un dottore, cioè, ha associato i propri bisogni sessuali con la professione di medico”, ha dichiarato il giudice. La donna si è rivolta a lui in una situazione di estremo bisogno, ma lui ha tentato di sottomettere la bella ragazza. “La consegna di farmaci in questa quantità è stata un’infrazione contro il dovere di medico di tutelare la salute. In questo momento ha smesso di essere medico. Il ritiro incombente dell’abilitazione è pertanto una dura, ma necessaria conseguenza”.

Il procuratore di Stato aveva richiesto un anno e mezzo senza la condizionale, il difensore l’assoluzione – ha annunciato anche il ricorso. La sentenza dovrebbe far sensazione negli ambienti italiani e mettere in discussione la candidatura del medico.