Caso Conte, parla il coordinamento donne di Francoforte

Francoforte – Il coordinamento donne di Francoforte si è espresso sul caso Conte. In una lettera aperta inviata venerdì scorso al Ministro per gli Italiani nel Mondo Mirko Tremaglia e, per conoscenza, al Ministro degli Affari Esteri Gianfranco Fini, al Ministro per le Pari Opportunità Stefania Prestigiacomo, oltre alle sedi diplomatiche italiane in Germania e agli organismi di rappresentanza degli italiani all'estero, l'associazione ha voluto segnalare "la grave situazione che si è creata all'interno del CGIE-Germania", in seguito alla notizia della condanna per abusi sessuali ai danni di una paziente del consigliere Tommaso Conte.

A firma della presidente Liana Novelli, della vicepresidente Paola Fabbri Lipsch e delle esponenti del direttivo Maurella Carbone, Marina Demaria, Elena Fillia, Rosa Maria Liguori-Pace, il documento chiede un intervento delle istituzioni. Di seguito pubblichiamo il testo completo della lettera.

"Alcuni mesi fa il membro del CGIE/Germania e medico Tommaso Conte è stato indiziato per abuso sessuale nei confronti di una sua giovane paziente polacca.
Come Coordinamento Donne decidemmo allora di non pronunciarci in proposito. Questa decisione era motivata dal rispetto del diritto alla presunta innocenza finché non venga provata una colpevolezza e dalla convinzione che il dott.Conte stesso, fino al pronunciamento della sentenza, avrebbe rinunciato al suo incarico, cosa che egli non ha però ritenuto necessario fare.

Giovedì 23 giugno il tribunale di Stoccarda ha emesso un giudizio di colpevolezza nei confronti di Tommaso Conte, condannandolo ad 1 anno e quattro mesi di reclusione. A questa sentenza si aggiunge la notizia che la giovane donna oggetto di abuso, soggetta a depressione e dipendente da psicofarmaci, poche settimane fa si è tolta la vita.

Attraverso il suo coinvolgimento in questa drammatica vicenda, il dottor Conte non solo si è reso colpevole di aver abusato di una sua paziente psichicamente labile, ma ha anche approfittato dello stato di disagio e di precarietà giuridica nel quale spesso si trovano molti immigrati. Ci rammarichiamo di esprimere i nostri sentimenti su questo caso senza che ciò ahimè possa più aiutare la giovane in questione.

Riteniamo che Tommaso Conte non possa ulteriormente rappresentare le istanze delle donne italiane in Germania, né farsi portavoce delle esigenze degli Italiani in emigrazione.

Le chiediamo perció di fare quanto in Suo potere, affinchè questa situazione cessi al più presto, almeno fino al pronunciamento della sentenza definitiva. Confidando nella Sua sensibilità e senso di giustizia nei confronti di noi Italiane e Italiani all'estero, La ringraziamo e porgiamo distinti saluti".